Michele Albanese e Matteo Luzza: due testimonianze per continuare l’impegno

La scorsa settimana nell’ambito del progetto Estate Liberi – campi di impegno e formazione sui beni confiscati alle mafie”, che ha coinvolto un istituto superiore di Lione, abbiamo partecipato, come volontari del Servizio Civile Nazionale della Parrocchia Santa Marina Vergine di Polistena, a due momenti formativi.

I due incontri hanno avuto come obiettivo comune quello di sensibilizzare e stimolare l’impegno di noi ragazzi, che quotidianamente viviamo e abitiamo i nostri territori, affinché ci assumiamo la responsabilità di lottare per un cambiamento sociale e culturale della nostra terra.

WhatsApp Image 2017-04-06 at 00.19.56.jpegIl tema della prima giornata di formazione, con la testimonianza di Michele Albanese, giornalista sotto scorta del Quotidiano del Sud e collaboratore dell’ANSA, è stato quello di analizzare il fenomeno criminale e mafioso della ‘Ndrangheta che purtroppo coinvolge ed interessa non solo il nostro territorio, ma anche contesti europei ed internazionali. La sua vicenda personale ha arricchito l’incontro ed ha generato emozioni in tutti noi: “la libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare”. Michele, infine, ha esortato tutti all’impegno quotidiano nel contrasto alle mafie, chiedendo soprattutto a noi giovani di non rassegnarci e di costruire comunità nuove.

Il secondo incontro, svoltosi con Matteo Luzza, referente di Libera Memoria per la Calabria e familiare di vittima innocente delle mafie, è stato accompagnato per intero dalla proiezione del volto di suo fratello Pino, ucciso a 22 anni dalla ‘Ndrangheta.Incontro Matteo Luzza.jpeg

Il volto di Pino ha rappresentato l’immagine di un giovane che aveva tutta la vita davanti. Nelle parole di suo fratello Matteo abbiamo riscoperto le speranze e i sogni di quel ragazzo di Calabria, un ragazzo innamorato della vita e della sua ragazza, che ha visto spezzare i suoi sogni da mano mafiosa. Ucciso dalle mafie e non dall’amore. Grazie a Matteo quel dolore profondo oggi è diventato un impegno costante per la promozione della cultura di legalità e per la conversione delle coscienze.

L’importanza di questi due incontri è stata quella di farci conoscere i volti e le storie di chi quotidianamente si impegna da cittadino libero nella lotta contro le mafie e contro la mafiosità dei comportamenti, che purtroppo umiliano la dignità di questo nostro territorio e della sua gente.

Michele, Matteo e tutti coloro i quali si impegnano quotidianamente rappresentano l’immagine bella e pulita della nostra terra e meritano di non essere lasciati soli, per questa ragione, da oggi, anche noi ci assumiamo la responsabilità di raccontare la storia di Pino e di non voltarci mai dall’altra parte di fronte alle violenze e alle ingiustizie.

Polistena – Keep Clean and Run 2017 #pulisciecorri

“KCR, Keep Clean and Run 2017” #pulisciecorri” è stato un evento itinerante di pulizia da rifiuti abbandonati che ha avuto luogo dal 01 al 07 aprile. Il percorso si è sviluppato dal Vesuvio all’Etna, lungo sentieri di montagna e con eventi di pulizia del territorio in alcuni Comuni.

L’evento è stato organizzato da AICA – Associazione Internazionale per la Comunicazione Ambientale con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare e della Camera dei Deputati e il Comitato promotore nazionale della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti in collaborazione con la Parrocchia Santa Marina Vergine.

L’azione di pulizia del territorio si è concretizzata nella raccolta di rifiuti abbandonati. Per rifiuti abbandonati, s’intende tutto ciò che rappresenta un imballaggio in carta, plastica, metallo e vetro o altri rifiuti classificati come urbani, a esclusione degli scarti alimentari biodegradabili.

A distanza di circa due anni dalla pubblicazione dell’Enciclica “Laudato Sii” di Papa Francesco sulla cura della casa comune si è convinti che sia necessario favorire e promuovere iniziative che mettono in risalto il rispetto dell’ambiente e la cura degli spazi comuni.

Per questa ragione ci siamo ritrovati mercoledì 5 aprile dalle ore 09:00 alle ore 10:00 a Polistena in Piazza Valarioti per essere anche noi protagonisti di un mondo che vuole bene a se stesso.

Di seguito il link dell’articolo pubblicato sul sito della Parrocchia Santa Marina Vergine:

https://www.duomopolistena.it/news/dedicata-a-maria-rita-lo-giudice-la-tappa-polistenese-di-pulisciecorri-organizzata-dalla-nostra-parrocchia

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Wikilegalità: tra legalità, convivenza e collaborazione – a confronto con gli studenti delle scuole medie di Polistena

Polistena, martedì 7 marzo 2017

“Legalità voce del verbo Noi”, è stata questa la frase che ha accompagnato tutto il convegno che si è svolto tra i ragazzi delle scuole medie di Polistena e il prof. Carlo Andorlini sui temi della legalità e della collaborazione tra cittadini.

Il convegno finale , organizzato dalla Parrocchia Santa Marina Vergine di Polistena, in collaborazione con il Centro Polifunzionale Padre Pino Puglisi e i volontari del Servizio Civile Nazionale che prestano servizio presso la parrocchia, è la conclusione di un percorso che ha visto protagonisti reali gli studenti della nostra cittadina. Essi, infatti, coinvolti dai volontari del Servizio Civile, hanno risposto ad una serie di domande elaborate in un questionario redatto in forma anonima, nel quale si è cercato di comprendere lo stato di consapevolezza, da parte dei ragazzi, sugli elementi di assenza di legalità nel nostro territorio e si è cercato di identificare luoghi e storie che sempre nelle nostre comunità stanno generando legalità.

L’elaborato dei questionari è stato successivamente condiviso con i dirigenti scolastici e portato a conoscenza anche dei ragazzi nel convegno finale.

La mattinata che ha coinvolto le delegazione degli studenti dell’Istituto Comprensivo “F. Jerace” e dell’Istituto Comprensivo “Capoluogo Brogna” è stata ricca di spunti di riflessione, venuti fuori soprattutto grazie alle risposte genuine degli studenti e alla capacità del relatore Carlo Andorlini nell’offrire il suo contributo rispetto ai temi della legalità e della collaborazione.

Carlo Andorlini, alla luce dei risultati emersi dai questionari, ha esortato i ragazzi affinché non vivano sotto una forma di “anestesia percettiva”, cioè una sorta di benda sugli occhi che non ci permette di vedere ciò che accade intorno a noi, e di diventare protagonisti delle nostre vite poiché se esiste il Noi tutto diventa una funzione per vivere felici.

Al via i laboratori del Centro di Aggregazione Giovanile “Luigi Marafioti”

Sono partiti nelle scorse settimane i laboratori formativi-educativi proposti dal Centro di Aggregazione Giovanile e dai volontari del Servizio Civile della Parrocchia Santa Marina Vergine di Polistena.

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Scultura del Legno, Cucina, Giornalismo e Arte e Spettacolo sono i laboratori che coinvolgono diversi ragazzi della nostra comunità.

836ce0fa-3384-4748-b040-f40abacde5fd.jpegLa proposta dei laboratori formativi-educativi nasce da uno studio approfondito dei volontari del Servizio Civile Nazionale che operano presso la Parrocchia Santa Marina Vergine della nostra città.

I laboratori nascono con l’intenzione di sensibilizzare gli studenti delle scuole di Polistena verso queste forme di arte. Essi costituiscono un modello di sviluppo concreto per il territorio.

Questo tipo di laboratori all’interno Centro Polifunzionale Padre Pino Puglisi, bene confiscato alla ‘Ndrangheta, rappresentano una forma alternativa di formazione per i ragazzi di Polistena e del nostro territorio.

Vivere in prima persona l’esperienza del riutilizzo sociale dei beni confiscati è un gesto concreto di contrasto alle mafie e alle logiche di prepotenza che spesso hanno bloccato lo sviluppo delle nostre comunità.

L’offerta di uno spazio come il laboratorio, permetterà ai ragazzi di instaurare profonde relazioni con i coetanei e con adulti significativi, attraverso cui definire la propria identità e differenziarla da quella altrui, e insieme di acquisire competenze, di affinare abilità, di liberare la propria creatività in modo da conquistare una solida fiducia in se stessi, di riconoscersi come soggetti portatori di capacità e caratteristiche specifiche valorizzate e riconosciute dagli altri. I laboratori sono, inoltre, un ottimo strumento per mettere in evidenza i bisogni impellenti, più urgenti dei soggetti, oggi fortemente deprivati: la comunicazione, la costruzione, la fantasia, l’avventura, l’esplorazione, il movimento, necessità spesso soffocate o non ascoltate nella frenetica quotidianità in cui il minore vive; contemporaneamente il laboratorio ha la capacità di suggerire e creare nuove domande formative.

I laboratori, totalmente gratuiti, vedono impegnati i ragazzi una volta a settimana all’interno delle sale del centro polifunzionale Padre Pino Puglisi.

I volontari del Servizio Civile insieme a don Luigi Ciotti

Polistena, 16 febbraio 2017

“Un anno di impegno per valorizzare il bene comune”. Ha esordito così don Pino Demasi, sacerdote della Parrocchia Santa Marina Vergine di Polistena titolare del progetto di Servizio Civile “Laboratorio di legalità”, nel presentare don Luigi Ciotti ai volontari del servizio civile nazionale del territorio.

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Luigi Ciotti, presidente di Libera – Associazioni, Nomi e Numeri contro le mafie, con la sua testimonianza ha stimolato la riflessione sul tema: “Il ruolo dei volontari del Servizio Civile per una Calabria libera da mafie e corruzione”, che ha visto la partecipazione dei volontari della Parrocchia Santa Marina Vergine di Polistena, della Comunità Luigi Monti di Polistena e dei comuni di Polistena, Cinquefrondi, Melicucco, San Giorgio Morgeto, Giffone, Molochio, Maropati e Nicotera.

Circa 100 tra ragazze e ragazzi, volontari del SCN, hanno ascoltato la testimonianza e le parole forti di don Luigi Ciotti, che hanno voluto scuotere le coscienze affinché ognuno si metta in gioco per far risollevare la propria terra.

Il presidente di Libera dopo aver salutato i presenti, ha esordito incitando i ragazzi ad essere protagonisti reali di una rivoluzione culturale, etica e sociale. Oggi più che mai fondamentale per promuovere il riscatto di una terra bellissima e accogliente come la Calabria.

Parole forti hanno accompagnato la riflessione dei partecipanti: libertà, democrazia,uguaglianza, partecipazione e responsabilità sono state la guida di un ragionamento che ha spinto tutti a fare di più e meglio, ogni giorno.

“Cari ragazzi utilizzate la vostra libertà per liberare chi libero non è”: un invito chiaro a non restare indifferenti rispetto alla povertà economica e sociale che, purtroppo, soprattutto nei nostri territori mette in ginocchio tante famiglie e tanti giovani. Illuminare e valorizzare il positivo che c’è, è il primo passo per riscattare le nostre comunità.

Un monito alla responsabilità. Un invito a non sventolare la bandiera della legalità. Ma ad impegnarsi quotidianamente per trasformare i nostri sogni in cambiamento reale.

Non è mancato alla fine l’invito a ritrovarci, tutti insieme, il prossimo 21 marzo a Locri per la XXII Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie per stringerci idealmente attorno al dolore dei familiari, e affinché la memoria più viva sia seme di speranza per intere generazioni.

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Qui il video integrale dell’incontro:

Marcia della Pace di Capodanno – Polistena

Ancora una volta. Come ogni anno. Da 29 anni.

Ci siamo ritrovati guidati dall’Associazione “Il Samaritano” il Primo Gennaio a Polistena per celebrare la tradizionale Marcia della Pace di Capodanno.

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Il messaggio di Papa Francesco, “La nonviolenza: stile di una politica per la pace.”, ci ha guidato nella realizzazione di un filmato che ha introdotto l’intera manifestazione.

Il video che abbiamo voluto realizzare ha raccontato attraverso immagini e parole le violenze di ieri e le dilaganti e diverse violenze di oggi: dalle violenze terroristiche alle violenze umanitarie passando per la violenza mafiosa e quella sulle donne.

L’obiettivo è stato quello di stimolare le coscienze rispetto alle tante “guerre e violenze” di oggi, soprattutto in un territorio come il nostro dove egoismi, egocentrismi e presunzione alimentano atti di violenza e sopraffazione.

La grande partecipazione alla marcia ci ha voluto dimostrare come sia possibile costruire comunità di Pace grazie alla condivisione di ideali, alla capacità di aggregazione e al senso comune di fratellanza e solidarietà. Il percorso deve necessariamente essere comune.

Come ci ha ricordato don Pino Demasi, animatore instancabile dell’evento è necessario che tutti noi “Non perdiamo l’opportunità di una parola gentile, di un sorriso, di ogni piccolo gesto che semini pace e amicizia, a partire dall’interno delle nostre famiglie. Vogliamo cominciare un nuovo anno di lavoro e di speranza. Perché ce lo chiedono con forza i poveri e le vittime delle guerre, delle mafie e dei soprusi. Ce lo chiede la gente del nostro territorio che ha bisogno di persone che l’aiutino ad alzare la testa dinnanzi ai violenti di turno.”

Proprio per queste ragioni, anche noi volontari del Servizio Civile Nazionale presso la Parrocchia Santa Marina Vergine di Polistena, abbiamo iniziato un percorso di studio e confronto sui temi della violenza e sugli strumenti di legalità e pace per contrastarla. In questa direzione abbiamo già incontrato, lo scorso 20 dicembre, la Fondazione Lanzino di Rende sui temi della violenza sulle donne e stiamo predisponendo, in prospettiva, un’iniziativa con le scuole della nostra comunità per aprire il confronto e sensibilizzare le nuove generazioni ai temi della Pace e della Legalità.

 

Fondazione Lanzino: esperienza di impegno concreto contro la violenza.

“Quando la gente parla e si confronta cresce. Il volontariato è vita.” Franco Lanzino, papà di Roberta, presidente della Fondazione Onlus Roberta Lanzino – contro la violenza alle donne e ai minori

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Rende, 20.12.2016.

In vista dei momenti di riflessione previsti con gli studenti  per il mese di gennaio abbiamo incontrato Franco Lanzino, presidente della Fondazione dedicata a sua figlia, violentata e uccisa a soli 19 anni.

L’incontro con il Signor Lanzino è stato per noi molto emozionante e commovente, ascoltare la storia di Roberta dalle parole del padre è stato fondamentale per comprendere veramente la violenza subita e l’impegno che ne è nato successivamente.

Difatti siamo stati accolti in una grande struttura  gestita completamente dalla Fondazione Roberta Lanzino, che tra le tante attività offre servizi di assistenza completa alle vittime di violenze e abusi: un ambulatorio di ginecologia, un centro d’ascolto, spazi di confronto e una struttura ricettiva per le vittime.

L’esperienza oltre che segnare un passaggio fondamentale per quella che sarà la nostra attività, ha rappresentato un momento di crescita personale e collettiva per tutti noi volontari del Servizio Civile.

Lottare per la difesa dei nostri diritti costituisce un dovere civico nei nostri confronti e nei confronti di tutte le vittime di abusi e violenze.

La violenza sulle donne e la promozione della cultura della legalità sono legate indissolubilmente poiché è necessario sviluppare quotidianamente un percorso comune che possa creare una coscienza diversa in tutti noi.

L’assassinio di Roberta rappresenta la sconfitta di quel giornalismo tacito e assente, rappresenta la sconfitta di una politica che non ha comprendeso la complessità del fenomeno e non ha saputo intraprendere iniziative legislative capaci di porre fine a questi comportamenti. E’ ora di dire basta. Noi ragazzi del servizio civile cercheremo in questa direzione di creare un filo diretto con la fondazione per sostenerla e aiutarla in tutte le loro iniziative.

E’ solo l’inizio.

Il cammino è appena iniziato…

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Coloriamo il Natale 12.12.2016

Dopo l’avvio col botto, grazie alla giornata trascorsa con Giancarlo Costabile, i suoi studenti e la sua Pedagogia della R-Esistenza, iniziamo il nostro cammino di volontari del Servizio Civile Nazionale per il progetto “Laboratorio di Legalità”.

Gli obiettivi stabiliti sin dal primo giorno sono stati chiari: educare alla legalità la cittadinanza trasformando il Centro Polifunzionale Padre Pino Puglisi in un punto di riferimento educativo per i cittadini del territorio valorizzando l’esperienza di riscatto che da qui è nata.

Come volontari del Servizio Civile abbiamo pensato di metterci subito a lavoro per stilare un programma incisivo che possa porre le basi per un futuro diverso e migliore della nostra comunità.

Siamo convinti che in un territorio complesso e difficile come la Piana di Gioia Tauro è necessario contrapporre ai segni del potere mafioso e criminale il potere di segni di speranza concreti.

La strada davanti a noi è chiara: stiamo lavorando alla realizzazione del sito ufficiale del Centro Polifunzionale affinché si possa valorizzare maggiormente questa esperienza; stiamo lavorando per organizzare alcuni momenti formativi con gli studenti della nostra comunità sui temi della non violenza e della pace; inoltre con i bambini del Centro di Aggregazione Giovanile “Gigi Marafioti” abbiamo iniziato a svolgere alcune attività ludico-ricreative all’insegna della legalità e del rispetto reciproco.

Il Centro Polifunzionale pensiamo possa costituire effettivamente un modello educativo alternativo ai comportamenti mafiosi.

Lavoreremo insieme in questa direzione, convinti che il cambiamento debba camminare necessariamente anche sulle nostre gambe.

La pedagogia della R- Esistenza sbarca a Polistena

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Pedagogia della R-Esistenza 06.12.2016

Dobbiamo essere fieri di esser qui oggi! Esordisce così il prof. Costabile – Docente del corso pedagogia della R-Esistenza – all’incontro del 6 dicembre u.s. tra gli studenti dell’Unical e don Pino Demasi , presso il centro polifunzionale “Puglisi” di Polistena.

Davanti ad oltre un centinaio tra studenti universitari e i giovani del Servizio Civile della Parrocchia , Don Pino Demasi ha raccontato la sua esperienza. Dai primi anni in cui si trovava a San Ferdinando, dove toccò con mano in prima persona le dinamiche che portarono alla nascita del porto di Gioia Tauro, fino all’arrivo a Polistena. In questi anni afferma di aver nutrito l’idea che solo “leggendo il territorio si può capirlo”.

Racconta dei primi anni a Polistena e le difficoltà incontrate al suo arrivo. Difficoltà dovute in primis all’esagerato uso della droga da parte dei giovani del territorio che favoreggiavano la crescita delle criminalità organizzata. Crescita che il parroco polistenese ha visto e toccato lui stesso, mettendosi in prima linea nella lotta alla ‘Ndrangheta. Proprio il centro polifunzionale “Padre Pino Puglisi” è un simbolo importantissimo della lotta alle Mafie essendo proprio questo immobile un bene confiscato alle mafie e restituito alla collettività grazie alla legge 109/96.

All’incontro ha preso parte anche il giornalista Michele Inserra, che ha ribadito l’importanza dei beni confiscati alle mafie, se riutilizzati per finalità sociali. In particolare, è interessante la sua proposta, quella di collocare le redazioni dei quotidiani negli immobili confiscati alle mafie. Ciò può rappresentare l’inizio di un’informazione libera da ogni condizionamento.

Il filo conduttore dell’incontro lo racchiudiamo in uno slogan coniato da Don Pino Demasi e dai “suoi” giovani che hanno detto no alle mafie:

CAMBIARE PER RESTARE, RESTARE PER CAMBIARE

Laboratorio di Legalità

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Da oggi si è  dato  il via in Parrocchia al servizio civile con un progetto denominato “Laboratorio di Legalità” e che vede come protagonisti dieci giovani del territorio.

Il progetto intende intervenire nel settore della educazione e promozione culturale, nell’area di intervento dedicata all’educazione ai diritti del cittadino. Esso si propone di educare alla cultura dei valori civili per elaborare un’autentica cultura della legalità, partendo dall’educazione dei più giovani per diffondere in tutta la cittadinanza la conoscenza delle istituzioni democratiche e delle loro regole, il rispetto per le diversità e dei diritti inviolabili di ogni individuo e di ogni popolo, la pratica della cittadinanza attiva.

Infatti, da indagini nel campo sociale ed educativo emerge che sta crescendo, soprattutto nei giovani, la noncuranza e l’indifferenza verso la “cosa pubblica”, la vita associata, la comunità intesa come insieme di individui portatori di diritti e doveri; tutto ciò frutto, molto spesso, di una non-conoscenza delle regole che guidano il convivere civile con il  rischio di generare individualismo e frammentazione sociale.

Occorre per questo stimolare riflessioni e prendere coscienza di cosa significa essere cittadini consapevoli e responsabili. Solo attraverso la conoscenza dei diritti e dei doveri degli individui e dei popoli, base della Costituzione, si potrà sperare in un consolidamento della cultura della legalità e della tutela e del rispetto dei diritti.